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La panchina della Ninfa
Big Bench n° 147 – Caluso
Acini E Rose Guest House

È la Big Bench più vicina ad ACINI E ROSE: ideale per chi, di buon mattino, vuole iniziare la giornata aspettando il sorgere del sole oppure per chi, nel tardo pomeriggio, vuol farsi baciare dagli ultimi raggi al tramonto, prima di rientrare “a casa”.

È perfetta in abbinamento ad una passeggiata al lago di Candia.

I sentieri per raggiungerla sono due:

- se siete in bicicletta: dovete costeggiare la Cantina Longo, andando un po’ in salita, continuare sulla strada sterrata che gli passa dietro e dopo pochissimo avrete la panchina davanti a voi;

- se siete a piedi: imboccate la strada sterrata che corre tra due vigneti, a sud della Cantina Longo; proseguendo incontrate la cappella di Sant’Antonio, continuate ancora tra le vigne e, sulla sinistra, in prossimità di un cancello aperto, salite verso la cima della collina, passando sotto le “topie” dell’Erbaluce (così si chiamano le pergole)

E ora vi spieghiamo dove siete e che cosa vedete da lassù, una volta seduti sulla Panchina della Ninfa!

Partiamo da un piccolo cenno storico: l’Erbaluce è un vitigno lasciatoci in eredità dai Romani, che lo avevano chiamato “Alba Lux”, ossia “luce dell’alba”, proprio per la luminosità dei suoi acini alla luce del sole.
Questo tocco di poesia già basterebbe … ma c’è di più!

Un’antica leggenda così narra della Ninfa Albaluce:
“In un tempo remoto le colline formate dai ghiacciai erano abitate dalle ninfe delle sorgenti, dei laghi e dei boschi, venerate insieme a Notte, Sole, Luna, Venti e Stelle.
Alba era una di queste ninfe e un giorno, sulla riva del torrente, incontrò Sole.
Si innamorarono reciprocamente, ma non poterono incontrarsi. L’impossibilità di questo amore fece interagire la Luna che, all’alba, decise di non lasciare il Cielo e di interporsi sul cammino del Sole in modo da consentirgli di raggiungere di nascosto la Terra ed incontrare l’amata Alba.

Da quella eclissi nacque Albaluce: occhi color del cielo, pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole.
Gli abitanti del luogo iniziarono a rendere omaggio alla sua bellezza portandole doni di ogni genere; ben presto, però, le risorse del lago divennero insufficienti al loro sostentamento, rendendo necessario ricavare nuova terra da coltivare.

Si scavò, così, un grande canale per far defluire le acque del lago ma, tragicamente, le acque travolsero tutto, seminando morte.
La ninfa Albaluce pianse per il dolore.
Quelle lacrime trasformarono i secchi arbusti in vigorosi ceppi, da cui si alzarono lunghi tralci ricchi di dolci e dorati grappoli di uva bianca”.


Questo è l’atto di nascita del vitigno ERBALUCE, generato dalle lacrime di una dea, che ha nel cuore i raggi del padre Sole e la tenera dolcezza dell’Alba, quella che sorge ogni mattina sul "bric" di Caluso.

Ecco, vi trovate su questo "bric".
Ai vostri piedi un tappeto di vigne a “topia”, com’è nella tradizione canavesana che, a seconda delle stagioni, offre scenari e colori diversi. Allungando lo sguardo poi, le vigne lasciano spazio alla pianura dove si alternano campi coltivati, macchie di boschi e piccoli centri urbani.

All’orizzonte, partendo da est, si allungano le Colline del Po che, da Verrua Savoia, arrivano fino a Superga, di cui si intravede il profilo della basilica sabauda. Facile poi individuare, in corrispondenza di Torino, le sagome del grattacielo Intesa-San Paolo progettato da Renzo Piano, del grattacielo della Regione progettato da Massimiliano Fuksas e della Mole Antonelliana con la sua guglia ardita. I rilievi poi riprendono verso ovest, con il Musiné che segna l’imbocco della Valle di Susa e poi le montagne della Valle di Lanzo e della Valle Orco con il Gran Paradiso. Se la giornata è davvero limpida, si riescono a scorgere, a sud, anche le Alpi Marittime.

Portatevi un libro da leggere, qualcosa da sgranocchiare e, ricordate: siete ospiti della Cantina Gnavi Carlo che, da questa vigna, produce alcune tra le più pregiate bottiglie di Erbaluce di Caluso Passito e di Erbaluce di Caluso DOCG Spumante metodo classico.

… pensate … tutto questo su una Big Bench!

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