Alla scoperta del Canavese
Tra vigne e santuari in E-bike itinerario n.1
Acini E Rose Guest House
Con Acini e Rose Guest House ti portiamo alla scoperta del Canavese, in sella alle nostre nuove e-bike. Toccherai due delle “Tre Terre Canavesane”: San Giorgio Canavese e Agliè (la terza è Castellamonte, che vi presenteremo in un altro itinerario),), immersi nella natura, prima lungo il Canale di Caluso, e poi nella storia, per andare a conoscere da vicino Casa Savoia visitando il Castello Ducale di Agliè. Non mancheranno golose soste in alcuni locali di riferimento dell’enogastronomia della zona per gustare prodotti tipici canavesani.
Sarà un viaggio tra storia e natura, tra gli ordinati vigneti di Erbaluce e gli antichi santuari che costellano il territorio.
Cenni Storici
Indicazioni Stradali
Curiosità
Ecco il tour che percorrerai:
Da Acini e Rose, salito in sella alla tua e-bike, la tua prima tappa è San Giorgio Canavese, adagiato sulle pendici della fascia collinare che chiude a sud l'Anfiteatro Morenico di Ivrea.
Per raggiungere San Giorgio Canavese, da Acini e Rose, devi procedere lungo Via XX Settembre e Via Trionfo, fino all’incrocio con Via Circonvallazione, dove prosegui verso destra. Da qui segui la strada che ti porterà in circa 3 km nei pressi di Villa Malfatti da dove, percorrendo Via Biandrate, Via Meinardi e Via Piave, raggiungerai la piazza centrale del paese: Piazza Ippolito S. Giorgio.
La nascita del borgo di San Giorgio Canavese è strettamente legata alle vicende della curtis regia medievale (la odierna frazione di Cortereggio) e di esso si parla per la prima volta in un diploma di donazione dell’anno 1003 di Arduino d'Ivrea. La storia successiva è invece caratterizzata dal legame con i Conti di Biandrate, che qui si insediarono nell’anno 1100, quando fu eretto il castello che ancora oggi domina il paese. Il castello, costruito intorno al XII secolo, venne profondamente trasformato nel XVII e nel XVIII secolo. Oggi si presenta come un imponente residenza caratterizzata da ambienti decorati e da un vasto parco all’inglese, sede di congressi, ricevimenti, mostre e concerti di musica classica. Al suo interno è possibile effettuare anche delle visite guidate su prenotazione. Degne di interesse anche le chiese delle tre confraternite rionali, la chiesa parrocchiale e Villa Malfatti, oggi utilizzata come location per matrimoni, concerti e feste private.
Ad attenderti nella piazza di San Giorgio Canavese, oltre alla bellissima Chiesa di Santa Maria Assunta, trovi la salumeria - gastronomia Costa Serra, sosta quasi obbligata se vuoi aggiungere una nota di gusto al tuo tour alla scoperta del Canavese.
Questo locale propone infatti un’ampia selezione di salumi e formaggi provenienti da piccoli produttori locali, vini piemontesi e canavesani e molti piatti pronti da asporto oppure da consumare in loco (magari per una gustosa merenda sinoira).
Lo sapevi che, la merenda sinoira, qui in Piemonte, è considerata il precursore dell’apericena? “Sinoira” deriva da “sina”, ovvero “cena” nel dialetto piemontese, e infatti si colloca proprio tra l’orario della merenda pomeridiana e quella del pasto serale. Quest’usanza in origine veniva praticata dai contadini che, durante le lunghe giornate di lavoro nei campi, nel tardo pomeriggio, avevano bisogno di rifocillarsi per poter continuare a lavorare fino al calare del sole.
I cibi che si consumavano erano principalmente pane, salame, formaggio, frittate, il tutto accompagnato da un buon vino rosso. Oggi la merenda sinoira è diventata molto più ricca e conviviale. È diventata un’occasione da trascorre con gli amici, davanti a gustosi piatti di antipasti di origine contadina, come carne e zucchine in carpione, vitello tonnato, insalata russa, capricciosa, acciughe al verde o al rosso, ecc.
Ti consigliamo di acquistare i tuoi prodotti preferiti per il pranzo e di portarli con te, per proseguire la tua escursione in e-bike e gustarli più tardi, in un’area pic-nic che ti indicheremo lungo il tragitto.
Da Piazza San Giorgio, se prosegui lungo Via Carlo Alberto, dopo circa 100 metri trovi la Pasticceria Roletti 1896, uno dei locali storici d’Italia. Qui, da 125 anni, la famiglia Roletti produce specialità dolciarie uniche tanto da essersi guadagnata, in passato, la fiducia di Casa Savoia, che concesse l’utilizzo dello stemma reale.
Oggi, entrare in questa bottega, è come fare un passo indietro nel tempo. Ti consigliamo di fargli visita per assaggiare i “Biscotti della Duchessa”, un dolce friabile al cacao, fatto a mano come un tempo e protetto dal marchio registrato: erano i preferiti della Duchessa di Pistoia, Lidia d’Aremberg, che li scoprì durante i suoi soggiorni al castello di Agliè e dalla quale prendono il nome, nonché l’alibi perfetto per le sue uscite amorose.
Prima di proseguire questo tour alla scoperta del Canavese, se vuoi scoprire la vita e le attività agricole e artigianali del passato di San Giorgio Canavese, ti consigliamo di fare tappa al Museo etnografico Nòssi Ràis: in Via Campeggio 8 (circa 100 metri da Piazza San Giorgio), nella casa natale dello storico Carlo Botta,è esposta un’importante raccolta di testimonianze e oggetti della vita contadina, delle attività agricole ed artigianali del passato; sono strumenti di lavoro, ricostruzioni di ambienti, abbigliamento dell’epoca che fanno comprendere le nostre origini (da cui il nome “le nostre radici”).
Ora non ti resta che tornare verso Piazza San Giorgio e proseguire percorrendo Via Piave, Via Meinardi e Via Missionari Oblati, per poi imboccare la strada sterrata alla tua sinistra che si inoltra nel fresco del bosco.
Inizia qui un bel tratto immerso nel verde e nella natura, su strada sterrata di comoda percorrenza e pianeggiante che costeggia per un buon tratto il Canale Demaniale di Caluso, una delle più antiche infrastrutture idrauliche del Canavese.
La costruzione del Canale Demaniale di Caluso avvenne tra il 1556 e il 1560 per volere del Maresciallo di Francia Charles de Cossè il quale, acquistato il feudo di Caluso, decise di costruire un canale che portasse acqua per irrigare e per produrre forza motrice a beneficio di alcuni mulini della zona.
Ottenne da Enrico II Re di Francia la concessione per derivare il canale dal torrente Orco e attraversare i territori di Castellamonte, Bairo, San Giorgio Canavese, Montalenghe, Orio, Barone e Caluso. Stipulò anche apposite convenzioni con i comuni ed i relativi proprietari dei terreni interessati.
Il canale passò in seguito a diversi signori e, infine, ai Valperga Masino che lo cedettero, nell’anno 1760, al Regio Patrimonio Sabaudo (da qui acquisì anche il nome di Regia Bealera di Caluso).
Oggi la sua lunghezza totale è di 28 chilometri ed è considerata un’opera essenziale per l’economia agricola del Basso Canavese.
All'inizio del tratto che costeggia il canale puoi vedere l'ingresso monumentale di una delle "Bocche" settecentesche, due gallerie che permettono all'acqua del canale di superare le colline, passando sotto al castello, senza perdere velocità di scorrimento.
La tranquillità lungo tutto questo tratto è assicurata. Si attraversano ampie campagne immerse nel silenzio, colline soleggiate e verdi pascoli. La vista spazia anche oltre, dalla morena ovest dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea alle montagne del Canavese: un vero e proprio tuffo nella natura. Concediti il tempo per ammirare questo incantevole paesaggio e per respirare aria pura a pieni polmoni.
Terminato il tratto su fondo sterrato prosegui sulla ciclabile tra la Strada per Agliè e il Canale di Caluso e poi su asfalto: in pochi minuti si arriva nei pressi del Castello Ducale di Agliè. Qui ti suggeriamo, prima di imboccare il bellissimo viale alberato, una piccola deviazione a sinistra, per ammirare la residenza sabauda dalla sua facciata principale.
Arrivato al Castello Ducale di Aglié è d'obbligo dedicare un po' di tempo alla visita degli interni, del giardino all'italiana, delle grandi serre e del parco con alberi secolari. Nel parco del castello è possibile entrare con le biciclette.
L'aspetto attuale del castello è frutto della fusione di quattro grandi fasi. Il nucleo originario risale infatti al XIII secolo, poi inglobato nella grande residenza che il duca Filippo di San Martino fece realizzare a metà Seicento.
Nel 1764 il complesso fu acquistato da Carlo Emanuele III. Inizia così una nuova stagione che vede l’ampliamento della zona di affaccio verso il borgo e la realizzazione della Chiesa e della Galleria di collegamento.
Il parco venne strutturato geometricamente e impreziosito dalla scenografica fontana “a ferro di cavallo”. Negli anni 1825-1849 il castello e il parco furono oggetto di un rinnovamento voluto dal Re Carlo Felice che creò il Piccolo Teatro e la nuova sistemazione dell’Appartamento Reale.
Nell’anno 1939 il castello fu venduto allo Stato che ne affidò il restauro e la gestione alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte. Dal 1997 il castello è iscritto alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Qui puoi trovare gli orari del castello.
Terminata la visita al castello, da Piazza Castello prosegui in Via Principe Tommaso e poi prendi a destra in Via per Cuceglio, costeggiando il muro di cinta che delimita il parco del Castello di Agliè. Svolta successivamente a sinistra imboccando Strada Cascine Rogge, seguendola fino all’incrocio con Via Meleto: in breve ci si trova nei pressi di Villa Meleto, la casa museo di Guido Gozzano.
Anche in questo caso ti consigliamo una sosta a Villa Meleto per visitarne gli interni e il giardino che si sono oggi trasformati in un vero e proprio museo.
Guido Gozzano, nato a Torino nell’anno 1883 e morto a Torino nell’anno 1916, ha trascorso buona parte della sua breve vita (morì precocemente di tubercolosi) a Villa Meleto.
Villa Meleto venne costruita nella seconda metà dell’Ottocento e fu lasciata in eredità alla mamma di Guido Gozzano dal nonno, il deputato Massimo Mautino. La casa venne successivamente modificata e abbellita dallo stesso Guido Gozzano che volle restaurarla secondo lo stile Liberty.
Villa Meleto, prende questo nome in quanto il giardino e il terreno confinante erano coltivati a frutteto e fu il luogo di ispirazione per le sue poesie.
Per informazioni sugli orari di Villa Meleto contattare il seguente numero: +390124330150
Continua ora su Via Meleto e, all’incrocio con Via per Santa Maria, svolta a sinistra e prosegui sempre dritto per poco più di 1 Km, fino ad incontrare la panetteria – pasticceria Piccolo Forno.
Come ti dicevamo prima, questo tour alla scoperta del Canavese in e-bike non può considerarsi completo se non aggiungi una nota dolce al tuo pic-nic: questo è il posto giusto per fare scorta di dolci tipici della pasticceria secca, ma anche di pane e grissini. Arrivati fin qui non si possono non assaggiare i tipici torcetti di Agliè, un omaggio alla tradizione dolciaria del Canavese.
Si narra che l’invenzione dei torcetti sia di un panettiere di Agliè che decise di utilizzare gli avanzi della pasta aggiungendo burro e uova. Pensò bene poi di renderli ancora più golosi passandoli nello zucchero o nel miele.
La caratteristica che rende unici i torcetti è l'impasto lievitato e poi lavorato con il burro, che dona loro una consistenza leggera. L'impasto lavorato viene successivamente diviso in filoncini che, prima di assumere la forma a goccia, vengono attorcigliati, arrotolandone le estremità: da qui il nome torcetti. Vengono successivamente ricoperti con zucchero di canna e infornati. Lo zucchero in cottura si caramella e crea una crosticina croccante.
Torna ora leggermente indietro e, svoltando a sinistra, sali in direzione della Chiesa della Madonna delle Grazie: la salita è un po' ripida ma le e-bikes ti daranno una grande spinta.
La Chiesa della Madonna delle Grazie viene comunemente chiamata “I Tre Ciuchè”, ovvero “I Tre Campanili” perché caratterizzata da due campanili e una cuspide.
Dalla piccola piazza adiacente l’ingresso la vista è veramente unica. La chiesa si colloca infatti al centro della rigogliosa campagna di Agliè, in una posizione estremamente rialzata, da cui si può ammirare un panorama molto suggestivo che, nelle giornate più limpide, spazia fino alla città di Torino e alla Basilica di Superga. Qui puoi concederti un attimo di riposo e goderti appieno la vista all’ombra dei grandi pini.
Si sta avvicinando l’ora del pranzo, quindi non ti resta che percorrere ancora un ultimo tratto e raggiungere un’area adatta a gustarti i prodotti appena acquistati, stenderti al sole e rilassarti.
Ridiscendi ora sulla strada principale (Via per Santa Maria), svolta a sinistra e torna indietro lungo la strada percorsa all’andata. Prosegui sempre dritto in direzione di Vialfrè e, al bivio, imbocca Strada Comunale per Vialfrè, andando verso sinistra. Procedi senza deviazioni per circa 2,5 Km fino ad un parco dove potrai fermarti per pranzare. Ti trovi ora nel comune di Vialfrè, all’estremità orientale del paese.
Qui, all’arrivo, trovi un’ampia area verde attrezzata dove fare la tua gustosa sosta approfittando della presenza di panchine, tavoli, una fontanella d’acqua, un’area giochi per bambini e una piccola zona coperta per goderti un po’ di ombra.
Poco distante da qui ti consigliamo di raggiungere la Cappella di San Pietro, sede, fino al XVII secolo, della parrocchia di Vialfrè. Dell’antico edificio si conserva ancora il bellissimo campanile romanico databile alla fine dell’XI secolo. La cappella invece, costituita da un’unica navata, deriva da una ricostruzione avvenuta in epoca più tarda, ribaltandone però la facciata ad oriente. La cappella sorge all'interno del cimitero di Vialfrè, com’era usanza in passato. Dal piccolo complesso la vista è bucolica e spazia sulle colline boscose circostanti alternate a radure.
Prosegui ora lungo Via per Agliè passando nel caratteristico centro storico di Vialfrè. Continua lungo Via San Michele e svolta a destra all’incrocio con Via Circonvallazione, seguendo le indicazioni per Montalenghe e per Cuceglio. Continua a seguire la strada fino ad incrociare la Strada Provinciale di Vialfrè (è una strada molto tranquilla, immersa nel verde e poco trafficata). Continua sulla SP55 per circa 850 metri, poi svolta a destra imboccando la strada in leggera salita. 1 Km circa ti separa dalla tua prossima destinazione: il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Cuceglio, che raggiungi con una salita lungo la strada denominata “salita al Santuario Eusebio Pastore”.
Il Santuario della Beata Vergine Addolorata sorge a circa 400 metri di altitudine, su di un rilievo che domina il centro abitato di Cuceglio. Questa chiesa, comunemente conosciuta come “il Santuario”, venne costruita tra il 1747 ed il 1758. Patrocinatore della sua costruzione fu Pastore Eusebio, un abitante del luogo che, con il sostegno della popolazione, riuscì nell’impresa.
Torna ora su Via Bianco e svolta a destra, in direzione del centro di Cuceglio, imbocca Via Convento e poi svolta a sinistra in Via XX Settembre. Prosegui lungo Via Mazzini e, successivamente, Via Porta Pia. All’incrocio con Via per Agliè svolta a sinistra e prosegui sempre seguendo Via Porta Pia per 2,6 Km fino all’incrocio con Via Michele Chiesa. Qui svolta a sinistra e ti ritroverai sulla strada percorsa all’andata.
Dopo circa 650 metri, svoltando nuovamente a sinistra e percorrendo Str. per Misobolo per 1,6 km, è possibile raggiungere il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Misobolo. (percorso escluso dalla traccia gpx scaricabile)
Si arriva al Santuario di Misobolo con un piacevole tragitto attraverso prati e vigneti; lungo la strada sono presenti diversi piloni votivi, segno di manifesta devozione alla Madonna: uno è davvero degno di nota, di recente costruzione o restauro, e raffigura, su un lato, San Giorgio che sconfigge il drago e, dall’altro, i dieci comandamenti in dialetto piemontese.
La leggenda narra che Giorgio, un nobile cavaliere errante di fede cristiana, un giorno passasse per una città di nome Selem (in Libia). Qui viveva un drago che, insaziabile, non si accontentava più di mangiare le pecore offertegli dagli abitanti ma voleva esseri umani. Gli abitanti, per placare la sua furia, cominciarono ad offrirgli i loro figli scelti per sorteggio. Un giorno la sorte scelse la principessa Silene, figlia del Re di Selem. Proprio in quel momento arrivò San Giorgio che uccise il drago e salvò la ragazza.
Al tuo arrivo a Misobolo, in posizione un po’ elevata, vedrai ciò che ad oggi rimane dell’antico nucleo abitato di San Giorgio Canavese. Oggi resta la chiesa, un piccolo cimitero, una cascina e una zona un tempo probabilmente adibita a giardino e orto.
Oggi Misobolo è diventato, per tradizione, luogo prediletto dagli abitanti di San Giorgio per scampagnate, pic-nic e passeggiate, soprattutto il Lunedì dell’Angelo.
Ed è proprio in questi prati, infatti, che la salumeria - gastronomia Costa Serra, a cui abbiamo fatto visita oggi, mette a disposizione dei suoi clienti un’area adiacente il santuario, con tavoli e panche dove poter consumare una gustosa merenda con le loro preparazioni.
Qui a Misobolo si trova anche la sezione distaccata del Museo etnografico Nòssi Ràis: sono raccolti una serie di oggetti e utensili che illustrano il tema specifico della viticultura e della produzione del vino. Nella collezione si possono ammirare botti, macchine per pigiare l’uva e vari strumenti tutti ascrivibili alla fine dell’Ottocento e prima metà del Novecento.
Torna ora indietro e continua a percorrere Strada provinciale di Barone per circa 450 metri fino ad incontrare, alla tua sinistra, la Cantina Cieck.
Qui a Cantina Cieck, ti consigliamo una sosta per scoprire il “Percorso Erbaluce”, tutti i segreti di questo vino autoctono: la passeggiata tra i filari, la visita alla cantina e, infine, la degustazione accompagnata da formaggi e salumi tipici. Consulta il sito internet per dettagli e modalità di prenotazione.
Torna ora su Strada provinciale di Barone e successivamente prosegui lungo Via Circonvallazione. All’incrocio con Via Trionfo svolta a sinistra e poi in Via XX Settembre, in direzione di Acini e Rose.
Sei tornato al punto di partenza e hai concluso la tua escursione.
Oggi hai pedalato per un totale di 1:40 ore e hai percorso all’incirca 31 km.
Lo sapevi che andare in bicicletta migliora la circolazione, rafforza il sistema immunitario, mantiene il cuore sano e aumenta il benessere generale eliminando lo stess?
Ora non ti resta che posare le tue e-bike e goderti un po’ di meritato riposo in terrazza da Acini e Rose, magari sorseggiando un calice di Erbaluce. Siamo sicuri che percepirai ancora, e per lungo tempo nei tuoi ricordi, i profumi, i sapori e i silenzi percepiti e vissuti durante questa gita alla scoperta del Canavese.
Ci vediamo presto